Triduo pasquale

L.F. Schnorr von Carolsfeld, Le tre Marie alla tomba di Cristo, c. 1835.

Il Triduo pasquale è il tempo centrale dell'anno liturgico.[1] Celebra gli eventi del Mistero pasquale di Gesù Cristo, ossia l'istituzione dell'eucaristia, l'istituzione del sacerdozio ministeriale, l'introduzione del comandamento dell'amore fraterno e la passione, morte, discesa agli inferi e la resurrezione.

Non coincide con quello che nella revisione del rito romano decretata da Giovanni XXIII nel 1960 era denominato triduo sacro. Questo comprendeva interamente gli ultimi tre giorni della Settimana santa: dal mattino del Giovedì santo al Sabato santo, meno la Veglia pasquale, la quale faceva già parte del Tempo pasquale.[2] Il Triduo pasquale, dopo la riforma liturgica, comincia solo con la messa in Cena Domini del Giovedì santo, comprende la Veglia pasquale e il resto del giorno liturgico della Domenica di Pasqua.[3]

  1. ^ Tale denominazione gli deriva dal punto 1), lettera A), numero 2, sezione I, Capitolo primo del Commento alla riforma dell'Anno liturgico e del nuovo Calendario, a cura del Concilium per l'esecuzione della Costituzione sulla sacra Liturgia, riprendendo letteralmente un'espressione di sant'Agostino dove, per la precisione, la parola Cristo è sottintesa.
  2. ^ Codex rubricarum, 75–76
  3. ^ [Norme generali per l'ordinamento dell'anno liturgico e del calendario, 19]

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